“Non mi hanno mai fatto sentire diverso”: il racconto di Fabrizio, cresciuto tra sfide, interventi e tanta forza
La mia famiglia è sempre stata trasparente con me: fin da piccolo ho saputo quale fosse il mio percorso di cure e questo mi ha aiutato a viverlo con più consapevolezza.
La patologia è stata scoperta durante l’ultima ecografia prima della nascita, un momento di grande smarrimento per i miei genitori. Ma dopo il primo impatto emotivo, si sono subito attivati per capire meglio di cosa si trattasse: hanno cercato informazioni, chiesto pareri e trovato il Centro Regionale per le Labiopalatoschisi dell’Ospedale San Paolo di Milano, oggi anche Centro di Cura e Formazione di Operation Smile.
I primi ricordi sono quelli di un ospedale grande e un po’ intimidatorio per un bambino: camici bianchi, stanze, letti. Ma anche i volti familiari di medici gentili e presenti, che sapevano accogliere, rassicurare, ascoltare.
Il percorso di cura è iniziato presto, da appena nato. Sono stato seguito dal Professor Brusati fino all’adolescenza e successivamente dal Dottor Autelitano che, nel 2011, ha eseguito l’intervento più importante di avanzamento mascellare superiore. L’ultimo intervento correttivo è avvenuto nel 2024, chiudendo un capitolo lungo e impegnativo.
Ci sono stati momenti difficili, sia dal punto di vista fisico che psicologico e, soprattutto, con l’ortodonzia: impronte, apparecchi, controlli continui. A volte sembrava un percorso infinito. Ma i risultati arrivavano e io mi aggrappavo a quelli per non mollare.
Durante l’adolescenza, fase già delicata di per sé, la sfida è stata doppia. Ma il supporto della mia famiglia è stato costante e fondamentale. I genitori, le nonne, i medici: tutti hanno contribuito a farmi sentire compreso e mai giudicato. E anche a scuola o con gli amici, ho avuto la fortuna di essere circondato da persone che mi hanno sempre trattato con normalità e rispetto.
In particolare, i miei genitori hanno avuto un ruolo fondamentale in tutto il percorso e lo hanno ancora. Non mi è mai mancato il loro pieno supporto, l’amore e la loro carica di energia che hanno saputo trasmettermi per affrontare tutte le varie sfide che si sono presentate. Insieme alle mie nonne mi hanno incoraggiato e sostenuto in tutte le fasi e continuano a farlo. E pure gli amici hanno avuto ed hanno tutt’oggi un ruolo fondamentale.
Anche i medici sono stati importanti a livello emotivo: ad un bambino adolescente servono medici professionisti, ma che siano anche in grado di ascoltare e mostrare il lato personale. Io posso dire di essere stato davvero molto molto fortunato perché ho incontrato professionisti che, oltre a fare magistralmente il loro lavoro, vivendolo come una missione, mi hanno saputo dare un supporto anche dal punto di vista umano.
Ricordo il momento in cui il Dottor Autelitano, tra il 2010 e il 2011, mi ha comunicato di essere pronto per affrontare l’intervento, quello più importante, di avanzamento mascellare superiore, che anche a livello estetico sarebbe stato poi l’intervento che avrebbe dato l’impatto maggiore. Lì pensai: “Evviva, ci siamo arrivati, ce l’abbiamo fatta!”
Oggi, lavoro nel campo del marketing e della comunicazione, con soddisfazioni personali e professionali. Ma guardo anche al futuro con un sogno e un progetto: impegnarmi nella vita pubblica per dare voce a chi affronta percorsi come il mio. Vorrei occuparmi di divulgazione di temi come sanità e ricerca, perché grazie a questo che oggi sono la persona che sono.
Ai ragazzi che stanno attraversando il mio percorso, vorrei lasciare un messaggio: “Tenete duro. È faticoso, a volte doloroso, ma il percorso finisce e sarà un successo. E in fondo, ci sono i risultati ad aspettarvi. E una vita intera per goderveli e sorridere.”
Una storia di coraggio e fiducia
I miei genitori hanno scoperto la mia patologia al quinto mese di gravidanza, durante l’ecografia…
Un cammino verso la speranza: il viaggio che ha trasformato due vite
Dalla loro piccola capanna di paglia, in una remota zona rurale del Madagascar, il viaggio di Dest,…
Speranza, protesi e cure: un nuovo futuro per Chris Joy
Centinaia di persone si erano radunate all’ospedale distrettuale di Rwinkwavu, nell’est del Ruanda,…



