Dall’11 al 13 dicembre si è svolto il 25° weekend clinic del progetto Smile House di Roma. Otto sono stati i bambini operati.
“È fondamentale riuscire a trattare questi bambini, posticipare per problematiche non legate a noi determina danni irreversibili per la crescita e la corretta fonazione. Ecco perché ci siamo attivati per operarli.” Ha dichiarato la Dott.ssa Giulia Amodeo, chirurgo maxillo-facciale, ai microfoni di Askanews.
Otto bambini provenienti da diverse regioni italiane sono stati operati sabato scorso presso la Clinica Parioli.
L’Ospedale San Filippo Neri, che ospita la Smile House di Roma, è diventato Covid Hospital, ma grazie ad un accordo con la ASL Roma 1 è stato possibile effettuare interventi e ricoveri presso la Clinica Parioli.
L’intera squadra sanitaria era formata da personale medico e infermieristico volontario accreditato con la Fondazione e di comprovata esperienza nella gestione di tutte le attività, da quelle operative a quelle logistiche.
Tra gli altri, si sono aggiunti al team della Smile House di Roma: il Dott. Francesco Bellia, intensivista pediatrico e neoeletto presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Operation Smile Italia Onlus; il Dottor Maurizio Foresti, chirurgo maxillo facciale e coordinatore clinico dall’ambulatorio Smile House di Cagliari insieme al Dott. Luca Maria Moricca, chirurgo maxillo facciale e il Dottor Giuseppe Consorti, chirurgo maxillo facciale e coordinatore clinico dell’ambulatorio Smile House di Ancona.
Questo weekend clinic ha visto la collaborazione virtuosa tra ambulatori Smile House e centro chirurgico di riferimento all’interno della rete assistenziale del progetto Smile House, che attualmente comprende le Smile House di Milano, Roma, Vicenza e gli ambulatori di Cagliari e Ancona.
Due bambini in lista operatoria, infatti, sono arrivati dalla Sardegna, dall’ambulatorio Smile House di Cagliari.
“Pensavamo che le sedute operatorie sarebbero saltate invece siamo riusciti a dedicarci a questi bambini che vengono da vari posti d’Italia.” Ha aggiunto la Dott.ssa Marina Sammartino, anestesista pediatrica e volontaria di Operation Smile da 20 anni.
Il personale medico – sanitario è entrato in clinica solo dopo esito negativo del tampone per infezione da Covid-19.
Le procedure estremamente rigide sono state messe in atto perché la salute dei piccoli pazienti viene prima di tutto.
Dalla pre-ospedalizzazione alla dimissione, il percorso è stato interamente Covid-free: tamponi molecolari per i pazienti e test antigenici per i genitori, per permettere loro di stare accanto ai piccoli appena operati.
Il Covid rischiava di far saltare interventi urgenti, che se non vengono eseguiti entro un certo termine è un problema – come spiega il Dott. Domenico Scopelliti, Vicepresidente Scientifico della Fondazione Operation Smile Italia Onlus – “Oltre un certo tempo rischiamo che i nostri bambini non ricevano le cure in maniera tempestiva, adeguata a minimizzare gli effetti della malformazione. Abbiamo una finestra temporale entro cui possiamo intervenire e non possiamo permetterci di mancarla.”